Per la rubrica “TRE DOMANDE A…” incontriamo il Dottor Antonio Celia (Bassano del Grappa) e il Dottor Tommaso Silvestri (Bassano del Grappa), rispettivamente coordinatore e relatore nella sessione su Trattamenti ablativi della neoplasia renale e prostatica, nell’ambito del XXVI Congresso Nazionale di AURO.it, l’Associazione Urologi italiani.
D: Qual è in sintesi il focus della sessione?
R: La sessione andrà a ripercorrere nello specifico le moderne metodiche ablative, come crioablazione, radiofrequenza, microonde e altre recenti tecnologie, per il trattamento del tumore del rene e della prostata.
Il corso sarà suddiviso in due parti: la prima parte sarà una sessione interattiva durante la quale, riportando dei casi clinici reali derivanti dalla nostra pratica quotidiana, spiegheremo quali sono i trattamenti ablativi più frequentemente utilizzati nell’ambito del tumore del rene, quale è più indicato nelle varie tipologie di malattia, ed inoltre vari tip&tricks, ovvero trucchi del mestiere, dei nostri relatori, sia nella valutazione radiologica delle neoplasie renali sia nel trattamento con queste nuove tecnologie.
Nella seconda parte il professor Eric Barret del Montsouris Institute di Parigi ci spiegherà lo stato dell’arte attuale sull’uso di queste metodiche ablative nel trattamento del tumore alla prostata.
È un tema molto caldo, perché risulta che queste tecnologie si siano inserite solo recentemente, ma che stiano avendo una buona diffusione sia in Europa che nel resto del mondo. È utile, pertanto, riportarne le ultime evidenze scientifiche.
D: Perchè è importante affrontare questo tema? Qual è il suo impatto sul paziente e sul Servizio Sanitario Nazionale?
R: La diffusa incidenza delle neoplasie urologiche, il prolungamento dell’età media e l’aumentata aspettativa di vita associata ad un costante, progressivo ed inesorabile sviluppo tecnologico, hanno portato nell’ultimo ventennio all’affermazione e alla codifica di nuove tecniche atte a trattare le malattie, ma nello stesso tempo a ridurre l’invasività fastidiosa nel paziente stesso. Le tecnologie ablative nell’ambito del tumore del rene sono presenti già da molti anni nella chirurgia urologica, però non si sono ancora diffuse su larga scala, sia per motivi legati al costo sia per la mancanza di significative evidenze scientifiche a validarne l’efficacia.
Negli ultimi anni però, il loro crescente utilizzo all’estero e di conseguenza l’imporsi del loro spessore scientifico, ha portato inevitabilmente a far emergere queste metodiche, che pertanto devono essere conosciute e praticate anche nel panorama italiano.
Parallelamente a questo la “FocalTherapy” nel trattamento del tumore alla prostata si affaccia nel panorama urologico con sempre maggior forza, proprio in virtù dell’elevata capacità di ridurre al minimo i possibili eventi avversi e gli effetti collaterali per il paziente.
È proprio la mini-invasività il nodo cruciale di queste tecnologie, che permettono pertanto di trattare le malattie tumorali con meno effetti collaterali e pertanto con un minor impatto sulla qualità di vita del paziente, favorendo un recupero più veloce e quindi un più rapido rientro alla vita attiva e sociale.
D: Ci sono delle novità che verranno presentate in esclusiva al Congresso Nazionale AURO.it?
R: Da un lato la sessione ha lo scopo di fornire una conoscenza ad ampio spettro delle novità nel trattamento della neoplasia prostatica con queste tecnologie, la cosiddetta “FocalTherapy”.
D’altro lato, invece, si fornirà una panoramica sulle metodiche per la cura del tumore del rene con un punto di vista prettamente clinico, la “day-by-day routine”, con lo scopo di condividere con gli utenti in aula come, quando e perché utilizzare questi trattamenti.