Per la rubrica “TRE DOMANDE A…” incontriamo il Dottor Giuseppe Simone (Roma), coordinatore della sessione Derivazioni urinarie (continenti verso incontinenti) e anastomosi uretero-intestinali, nell’ambito del XXVI Congresso Nazionale di AURO.it, l’Associazione Urologi italiani.
D: Qual è in sintesi il focus della sessione che coordina?
R: Le derivazioni urinarie continenti, ormai uno standard da alcuni decenni, avevano l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei pazienti sottoposti alla rimozione della vescica, nei quali l’alternativa al confezionamento di una “neovescica” è costituito dal condotto ileale, anche noto come ”sacchetto”. Più recentemente la chirurgia robotica ha permesso di eseguire questo intervento in maniera mini-invasiva, con la ricostruzione intracorporea (senza incisione nella donna, con una incisione di 3cm nell’uomo) sia del condotto ileale sia della neovescica ortotopica. Trattandosi di interventi complessi, il focus della sessione consiste nella discussione delle opzioni chirurgiche a disposizione, nel confronto tra chirurgia open e robotica, nella prevenzione e nella gestione delle complicanze perioperatorie di questi interventi, che, da Letteratura, sfiorano il 50%.
D: Perchè è importante affrontare questo tema? Qual è il suo impatto sul paziente e sul Servizio Sanitario Nazionale?
R: L’impatto sul paziente di questo intervento è enorme, e purtroppo, al verificarsi di complicanze non correttamente gestite, può essere devastante. La qualità di vita può scadere significativamente e non sempre è possibile ripristinare le condizioni preesistenti. Tutto ciò ha delle ricadute sul Sistema Sanitario Nazionale, con degenze che possono durare mesi, necessità di assistenza domiciliare prolungata, di presidi sanitari per anni. Per tali ragioni questo intervento nel Sistema Sanitario Inglese è stato centralizzato, ovvero può essere eseguito soltanto in 5 centri o poco più nell’intero Regno Unito. Il razionale è ovviamente aumentare il volume di quei pochi centri in modo da massimizzarne le competenze e di conseguenza ridurre le complicanze e ottimizzarne la gestione. E’ importante considerare che in pazienti giovani, un intervento senza complicanze può avere una degenza inferiore alla settimana, e consentire la preservazione di continenza urinaria ed attività sessuale.
D: Ci sono delle novità che verranno presentate in esclusiva al Congresso Nazionale AURO.it?
R: La novità in effetti è costituita dalla chirurgia robotica, non è una novità negli Stati Uniti, ma in Italia più del 90% di questi interventi è ancora eseguito con chirurgia a cielo aperto. Non sappiamo però se questo sia un dato negativo, il confronto tra le due tecniche in Letteratura non fornisce vantaggi chiari per nessuna delle due opzioni.
Più che di novità, si tratta di mettere in luce le peculiarità degli interventi open e robotici. Ciascun approccio ha dei pro e dei contro, che devono essere illustrati ai pazienti in modo da permettergli una scelta consapevole. La sessione coinvolge massimi esperti nel settore, e, come detto precedentemente, per questo tipo di interventi l’esperienza ed il volume di chirurgia è un fattore determinante.