Per la rubrica “TRE DOMANDE A…” incontriamo la Dottoressa Roberta Gunelli (Forlì), presidente di AURO.it e coordinatrice della sessione Il carcinoma prostatico oligometastatico, nell’ambito del XXVI Congresso nazionale dell’Associazione degli Urologi italiani.
D: Qual è in sintesi il focus della sessione che coordina?
R: L’argomento trattato, il carcinoma prostatico oligometastatico, è di grande attualità ed interesse: la differenza fra carcinoma prostatico oligometastatico e carcinoma prostatico High-volume non ha ancora una chiara e comunemente accettata definizione, pertanto è difficile prendere posizione sulla possibile terapia da proporre.
Questo momento storico è di grande importanza e abbiamo voluto con questa sessione dare un contributo approfondendo i dati più attuali di letteratura, cercando di rendere il più chiaro possibile l’orizzonte attuale.
L’obiettivo finale è sempre quello di fornire ai nostri pazienti la migliore scelta “ragionata” di combinazioni terapeutiche plausibili.
D: Perché è importante affrontare questo tema? Qual è il suo impatto sul paziente e sul Servizio Sanitario Nazionale?
R: Il tema affrontato è di grande impatto sia per il paziente che per il SSN, in quanto se per il paziente parliamo di possibile migliore qualità di vita e sopravvivenza, per il SSN parliamo di sostenibilità delle scelte terapeutiche sicuramente complesse e con costi di rilievo, per cui gli attuali studi sono un punto fondamentale di partenza per poter arrivare a poche e ben definite proposte terapeutiche il più possibile condivise.
Uno dei punti da affrontare nel prossimo futuro sarà però la necessità di definire indici di predizione in grado di dividere i carcinomi oligometastatici in più o meno aggressivi, per poter selezionare i pazienti nella scelta dei diversi schemi terapeutici.
D: Ci sono delle novità che verranno presentate in esclusiva al Congresso Nazionale AURO.it?
R: Al momento attuale resta una novità l’interesse che in campo oncologico ha assunto l’uroncologia. In tale ambito la ricerca in campo farmacologico e la ricerca di base sono impegnate in questi ultimi anni in un frenetico lavoro per cercare di arrivare a nuove possibilità diagnostiche e terapeutiche.
Ugualmente importanti però sono gli argomenti che nel corso dell’ultimo anno sono emersi prepotentemente: fra questi il sempre maggiore impatto clinico della multiresistenza batterica che si concretizza nella frequente comparsa di urosepsi, in particolare come complicanza di una patologia fino a pochi anni fa relativamente “innocente” quale la litiasi.
Si è voluto a tal riguardo, attraverso la proposta di letture e dibattiti strutturati con la collaborazione con la Società Europea di Urologia (EAU), mettere in evidenza gli argomenti che il piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza (PNCAR) ha proposto, ed in particolare il programma di sorveglianza delle AMR (anti-microbico-resistenze) ed il programma di prevenzione delle ICA (infezioni correlate all’assistenza) attraverso un costante monitoraggio del consumo degli antibiotici e della appropriatezza prescrittiva.
Sicuramente interessante è l’ulteriore impulso alla multidisciplinarietà che abbiamo voluto dare ai nostri dibattiti, in particolare in questo caso, ponendo l’accento sull’importanza del microbiota intestinale, si è aperto all’ambito gastroenterologico l’interesse sulle IVU che abbiamo costantemente condiviso con gli infettivologi negli ultimi anni.