Per la rubrica “TRE DOMANDE A…” incontriamo il Dottor Giario Conti (Como), coordinatore della sessione Salute dell’osso, sindrome metabolica e dintorni: come possiamo aiutare i nostri pazienti?, nell’ambito del XXVI Congresso Nazionale di AURO.it, l’Associazione Urologi italiani.
D: Qual è in sintesi il focus della sessione che coordina?
R: I pazienti affetti da carcinoma della prostata sono spesso sottoposti a trattamenti medici (terapia ormonale) di deprivazione androgenica, di varia durata, da pochi mesi a molti anni, che possono produrre effetti collaterali anche importanti, che coinvolgono diversi settori del nostro organismo.
In primo luogo a livello scheletrico dove può essere indotta (o peggiorata) una condizione di osteoporosi e di fragilità che può condurre, se non contrastata, in tempi anche brevi, a problematiche fratturative, con conseguente dolore, riduzione di mobilità, necessità di interventi correttivi chirurgici.
La mancanza di testosterone, a volte abbinata all’assunzione di altri farmaci, può indurre quella che viene definita “sindrome metabolica”, con riduzione della massa muscolare e aumento di quella adiposa, intolleranza glucidica, riduzione del tono dell’umore, alterazioni ematologiche (anemia), problemi cardiovascolari, creando situazioni potenzialmente pericolose che possono tuttavia essere ben prevenute e controllate, non solo con farmaci ma con stili di vita adeguati.
D: Perché è importante affrontare questo tema? Qual è il suo impatto sul paziente e sul Servizio Sanitario Nazionale?
R: È fondamentale affrontare questo tema perché poco conosciuto a livello maschile: lo è molto di più a livello femminile, non solo per le donne in post-menopausa, ma anche per le pazienti con tumore della mammella sottoposte a terapie mediche (inibitori dell’aromatasi, antiestrogeni).
Prevenire la sindrome metabolica e la sarcopenia, cioè la perdita progressiva di massa muscolare, e preservare la salute dell’osso (bone health), riveste un’importanza fondamentale sia per il mantenimento della qualità della vita dei pazienti, sia per il prolungamento della sopravvivenza stessa, in quanto è ben noto che i pazienti che si fratturano, in particolare a livello femorale, hanno una mortalità nettamente più elevata (che è circa il doppio nei maschi che nelle femmine a parità di età e di tipologia di frattura). La prevenzione e il trattamento precoce hanno un costo ridotto, molto più basso che non il trattamento delle complicanze che possono insorgere con l’instaurarsi di questi quadri patologici per cui, anche sotto il profilo dell’impatto sui costi del SSN il bilancio è nettamente positivo.
D: Ci sono delle novità che verranno presentate in esclusiva al Congresso Nazionale AURO.it?
R: Nell’ambito di questa sessione avremo l’occasione di incontrare uno dei massimi esperti italiani in materia di salute dell’osso e sindrome metabolica, il professor Andrea Giustina, endocrinologo, che ci aiuterà a delineare le strategie, sia diagnostiche che terapeutiche, per aiutare i nostri pazienti a ridurre al minimo i possibili danni conseguenti alle terapie prescritte per curare il tumore della prostata.
Alcuni farmaci sono disponibili da tempo, altri sono stati recentemente approvati per la dispensazione gratuita da parte del SSN, l’attenzione agli stili di vita, all’alimentazione, all’attività fisica rappresenta uno dei capisaldi dell’approccio globale a questi pazienti.
Si dice sempre più spesso che noi dobbiamo considerare il malato e non solo il suo tumore. Andando oltre il nostro compito dovrebbe essere quello di guardare alla “persona” nel suo complesso, fisico, psicologico, mentale, per aiutarla a raggiungere il livello di vita qualitativamente migliore possibile, per il tempo più lungo possibile.