Negli ultimi venti anni l’Urologia Oncologica ha subìto una rapida evoluzione, grazie ai progressi e alla diffusione delle tecniche di indagine diagnostica. Sempre più di rado riscontriamo forme neoplastiche voluminose e con metastasi alla prima osservazione in virtù di un numero crescente di diagnosi “precoci” e incidentali che, con il contemporaneo progresso delle tecniche chirurgiche, sono state la premessa della diffusione di tecnologie mini-invasive e di strategie di trattamento conservativo.
Questa evoluzione terapeutica è la testimonianza di un percorso già avviato, orientato ad offrire una terapia personalizzata, tailored therapy. In altre parole, sta cercando di affermarsi il convincimento che l’assioma “one size fits all” (taglia unica) è ormai superato e che insistere su quella strada in nome della radicalità oncologica ad oggi appare pleonastico ed anche dannoso per l’insito rischio di overtreatment. Nel 2012 è auspicabile che due pazienti con patologia neoplastica urologica, simile per natura, grado di aggressività e stadio, possano subire trattamenti diversi; ciò in base anche ad altri parametri quali età, abitudini di vita (inclusa la vita sessuale), estensione e numero delle neoplasie, aspettative del paziente ed evidenze scientifiche a supporto di ogni trattamento demolitivo o conservativo o astensionistico. L’urologo infatti, ha la possibilità tecnica di “modulare” la strategia terapeutica chirurgica e non, sulla base delle condizioni specifiche urologiche e generali del paziente, senza mai porre in secondo piano l’intento curativo, che rimane sempre l’obiettivo primario della terapia oncologica.
Con riferimento alle neoplasie più frequenti in ambito urologico, la comunità urologica è attualmente orientata a minimizzare l’invasività delle terapie ed a trovare il giusto compromesso fra necessità oncologiche ed il sempre più rilevante capitolo della Qualità della Vita. Infatti, il concetto di “Qualità di Vita” si è radicalmente modificato con il passare degli anni per cui un intervento di chirurgia oncologica, in casi selezionati, non ha più un drammatico impatto sulla vita sociale e relazionale della persona coinvolta.
E’ auspicabile che sia giunto il momento di modulare l’intensità, l’estensione e gli eventuali danni funzionali del trattamento in base all’aggressività della malattia ed alle condizioni del paziente. Il futuro della chirurgia sarà dunque affidato alla progressiva riduzione dell’uso del bisturi in favore di fonti di energia sino all’estremo uso per via extracorporea.
La personalizzazione dei trattamenti rappresenta una direzione percorribile ogni qual volta l’intensità della patologia lo permetta e le evidenze della letteratura lo supportino .
Modulare i trattamenti, adattarli caso per caso, privilegiare tecniche chirurgiche conservative degli organi interessati, oggi sono opzioni possibili grazie ai notevoli progressi raggiunti dall’urologia oncologica.
L’obiettivo di questo Corso di video chirurgia in diretta è dimostrare le varie possibilità terapeutiche che possono essere eseguite in sala operatoria nel trattamento dei principali tumori dell’apparato urinario (rene, surrene, uretere, vescica, prostata, testicoli). Il Corso naturalmente non sarà limitato alla sola tecnica chirurgica ma alla giustificazione di una moderna strategia di modulazione dei trattamenti demolitivi e ricostruttivi.
Puoi scaricare il programma direttamente da: http://www.auro.it/programma-uroleague-2012/