La prostatectomia radicale laparoscopica (PRL) o robotica è una tecnica emergente che promette a fronte di una ridotta invasività chirurgica un rapido recupero postoperatorio e un controllo oncologico sovrapponibile alla prostatectomia radicale open (PRO)
Sono state pubblicate serie chirurgiche comparative con numeri di pazienti consistenti e follow up ragionevolmente lunghi che hanno evidenziato l’equivalenza o addirittura la superiorità della laparoscopia nei confronti della chirurgia open [1,2,3]. Purtuttavia una analisi critica della letteratura dimostra che siamo ancora lontani da poter trarre delle conclusioni definitive[4]
Il gruppo del MSK ha pubblicato i risultati di uno studio osservazione prospettico (livello di evidenza IIa) di ottima qualità. Dal 2003 al 2005 1430 pazienti consecutivi con cancro alla prostata clinicamente organo confinato sono stati sottoposti a PRL, 42.5%, o PRO, 57.5%. L’approccio chirurgico è stato scelto dal paziente. Gli operatori sono stati in tutto 4, tutti di massima esperienza, 2 per la tecnica open e 2 per la tecnica laparoscopica. La stadiazione preoperatoria, l’esame patologico e il follow up sono stati eseguiti in modo completamente sovrapponibile. La probabilità mediana di neoplasia patologicamente organo confinata era del 63% per gli operati in laparoscopia e del 55% per gli operati in open che quindi avevano caratteristiche cliniche leggermente peggiori. Il tasso di margini chirurgici, il numero mediano di linfonodi prelevati, la proporzione di pazienti con estensione extracapsulare o invasione delle vescicole seminali o metastasi nodali era del tutto comparabile nei 2 gruppi di pazienti. Il tasso di recidiva biochimica a un follow up mediano di 18 mesi è praticamente identico (HR 0.99 PRL vs PRO). Nessuna differenza esisteva in termini di tempo alla ripresa della potenza sessuale. I pazienti sottoposti a PRL avevano però una probabilità inferiore di recuperare completamente la continenza (HR 0.56 PRL vs PRO, CI 0.44, 0.7). La PRL era associata a minore perdita di sangue e a un tasso di trasfusioni decisamente minore (3% vs 49%). Le complicanze cardiovascolari tromboemboliche e urinarie sono risultate comparibili mentre la percentuale di ricoveri urgenti al PS o in reparto erano significativamente più alte per la PRL rispettivamente 15% vs 11% e 4.6% vs 1.2%.
Di fatto questo studio, che è per il momento è quello con il livello di evidenza più alto, riporta un tasso di incontinenza maggiore per la PRL. Al di là di ogni spiegazione tecnica questa è la dimostrazione che siamo ancora lontani da poter considerare “veramente” uguali i due tipi di accesso chirurgici. Per il momento lo standard rimane la prostatectomia retropubica a cielo aperto.
Touijer K, Eastham JA, Secin FP, Romero Otero J, Serio A, Stasi J, Sanchez-Salas R, Vickers A, Reuter VE, Scardino PT, Guillonneau B. Comprehensive prospective comparative analysis of outcomes between open and laparoscopic radical prostatectomy conducted in 2003 to 2005. J Urol. 2008 May;179(5):1811-7;
Bibliografia
1) Roumeguere T, Bollens R, Vanden Bossche M, Rochet D, Bialek D, Hoffman P, Quackels T, Damoun A, Wespes E, Schulman CC, Zlotta AR. Radical prostatectomy: a prospective comparison of oncological and functional results between open and laparoscopic approaches. World J Urol. 2003 May;20(6):360-6
2) Rassweiler J, Seemann O, Schulze M, Teber D, Hatzinger M, Frede T. Laparoscopic versus open radical prostatectomy: a comparative study at a single institution. J Urol. 2003 May;169(5):1689-93.
3) Salomon L, Levrel O, Anastasiadis AG, Saint F, de La Taille A, Cicco A, Vordos D, Hoznek A, Chopin D, Abbou CC. Outcome and complications of radical prostatectomy in patients with PSA <10 ng/ml: comparison between the retropubic, perineal and laparoscopic approach. Prostate Cancer Prostatic Dis. 2002;5(4):285-90
4) Touijer K, Guillonneau B. Laparoscopic radical prostatectomy: a critical analysis of surgical quality. Eur Urol. 2006 Apr;49(4):625-32.