Al congresso AUA di quest’anno è stato presentato un Abstract da parte del gruppo di Hautmann di Ulm in Germania che ha suscita vivo interesse nella platea e sicuramente farà discutere in futuro la comunità degli urologi e degli oncologi. I controlli periodici, follow up, dopo la cistectomia radicale sono effettuati prevalentemente per diagnosticare prima possibile le complicanze funzionali e/o la progressione della neoplasia. Questo concetto è sicuramente utile per quanto concerne il problema delle stenosi della anastomosi uretero intestinali e della ritenzione urinaria cronica nella derivazione urinaria ortotopica. Prima si agisce, in questi casi, più è probabile conservare una normale funzionalità renale (di una singola unità e/o globale). Per quanto concerne invece la progressione di malattia tout court, l’esito di una anticipazione diagnostica è incerto. Spesso l’unica arma a disposizione rimane la chemioterapia di salvataggio e nessuno in effetti ha mai dimostrato che iniziarla prima o dopo possa in qualche modo influenzare la sopravvivenza cruda. 1270 pazienti operati cistectomia radicali dal 1986 al 2006 ad Ulm sono stati sottoposti a regolari controlli periodici: rx torace, ecotomografia ogni 3 mesi, TAC addominale ogni 6 mesi, scintigrafia ossea e urografia endovenosa ogni anno. Sono state escluse dall’analisi le neoplasie dell’alta via escretrice e dell’uretra insorte dopo la cistectomia in quanto neoplasie uroteliali metacrone e non vere e proprie progressioni di malattia. In 444 pazienti si è sviluppata una recidiva nell’arco dei 20 anni esaminati. In 154 è stata riscontrata attraverso controlli periodici in assenza di sintomi (tempo medio dalla cistectomia radicale 20 mesi) e in 290 casi attraverso indagini eseguite in seguito all’insorgenza di sintomi (tempo medio dalla cistectomia radicale 17.5 mesi). I sintomi più frequenti sono stati, dolore (51%), ileo (7%), ritenzione urinaria acuta (4%), idronefrosi con dolore al fianco (5%), ematuria e masse palpabili (5%), sintomi neurologici (4%), masse palpabili (4%). 182 dei 444 pazienti avevano una recidiva locale e 324 a distanza al momento della progressione. La sopravvivenza cruda a 1, 2 e 5 anni dopo la diagnosi di progressione di malattia è stata 22.5%, 10.1% e 5.5% nei pazienti asintomatici, 18.9%, 8.2% e 2.9% nei sintomatici. L’analisi univariata non ha evidenziato differenze significative. Se ne deduce che se da un lato i controlli periodici possono essere utili a risolvere un problema funzionale probabilmente non hanno nessun effetto sul controllo oncologico. Ovviamente questi dati dovranno essere confermati da altre serie ma aprono prospettive che stimolano la ricerca in questo settore.
Oncologic follow up after radical cystectomy: is there any benefit ? Bjoern G Volkmer, Georg Bartsch, Rainer Kuefer, Richard E Hautman. J Urol 179(4): 582, 2008