La SWL è la modalità di trattamento più utilizzata per i calcoli renali di dimensioni sino a 2 cm. Spesso non è sufficiente una sola sessione per frammentare efficacemente un calcolo e sono necessari più accessi ambulatoriali. Se la SWL non riesce a disintegrare il calcolo, si possono prolungare oltremodo i tempi di risoluzione del problema ed esporre il rene a potenziali danni derivanti dalle onde d’urto. Sarebbe quindi utile predire il risultato di una SWL per decidere sin dall’inizio una modalità di trattamento alternativa. Il successo della SWL dipende da numerosi fattori, dimensioni e sede del calcolo per esempio, ma un dei più importanti è sicuramente la composizione interna. E’ ormai nota che la TAC senza MdC ad alta risoluzione è l’indagine di prima scelta nella diagnostica della calcolosi urinaria. Inoltre protocolli che utilizzano la finestra ossea e strati molto sottili possono approssimare efficacemente la densità della struttura interna del calcolo [1]. Ne consegue che numerosi gruppi hanno investigato la TAC senza MdC come strumento per predire l’outcome della SWL. La maggior parte ha però utilizzato la TAC con strati di 5 mm, che determina una attenuazione artificiale del segnale per i calcoli di dimensioni contenute, inficiando le analisi dei risultati ottenuti. Quando invece si usano strati di dimensioni inferiori si ottiene una soddisfacente previsione. Gupta ha identificato in 750 HU [2] e Wang in 900 HU [3] il limite di densità oltre il quale il fallimento della SWL diventa molto probabile. Il gruppo di Mansoura ha effettuato, ed è la prima volta, un studio prospettico su 120 pazienti trattati con SWL, per calcolosi renale di dimensioni variabili da 0.5 a 2.5 cm, tenendo in considerazione l’insieme della caratteristiche relative al paziente e al calcolo. E’ stata routinariamente eseguita una TAC senza MdC e finestra ossea a strati di 1.25 mm prima della SWL. E’ stato a priori definito un fallimento l’assenza di frammentazione dopo 3 sessioni, evento che si è verificato in 15 pazienti (12.5%). In analisi multivariata sono state considerate le seguenti variabili relative al paziente, sesso, età, BMI e al calcolo, lato, localizzazione, volume, densità e la distanza del calcolo dalla cute. La BMI maggiore di 30 kg/m2 e la densità del calcolo maggiore di 1000 HU sono risultati fattori predittivi indipendenti di fallimento della SWL. In conclusione in pazienti obesi con calcoli ad elevata densità si dovrebbe scegliere un trattamento alternativo alla SWL fin dall’inizio.
El-Nahas AR, El-Assmy AM, Mansour O, Sheir KZ. A prospective multivariate analysis of factors predicting stone disintegration by extracorporeal shock wave lithotripsy: the value of high-resolution noncontrast computed tomography.Eur Urol. 2007 Jun;51(6):1688-93; discussion 1693-4. Epub 2006 Dec 4.
Bibliografia
1) Williams JC Jr, Paterson RF, Kopecky KK, Lingeman JE, McAteer JA. High resolution detection of internal structure of renal calculi by helical computerized tomography. J Urol. 2002 Jan;167(1):322-6.
2) Gupta NP, Ansari MS, Kesarvani P, Kapoor A, Mukhopadhyay S. Role of computed tomography with no contrast medium enhancement in predicting the outcome of extracorporeal shock wave lithotripsy for urinary calculi. BJU Int. 2005 Jun;95(9):1285-8
3) Wang LJ, Wong YC, Chuang CK, Chu SH, Chen CS, See LC, Chiang YJ. Predictions of outcomes of renal stones after extracorporeal shock wave lithotripsy from stone characteristics determined by unenhanced helical computed tomography: a multivariate analysis. Eur Radiol. 2005 Nov;15(11):2238-43.